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Matrimonio di profumi e sapori per affrontare le feste (e il freddo che arriva!)

L’amica e food-reporter Sandra Salerno, chef creativa dal mood avvolgente, creatrice di un blog di grande successo da nome tanto allettante quanto evocativo: Untoccodizenzero, ci regala una ricetta perfetta per le giornate pre-natalizie. 
Io ho già provato… e voi?

Vellutata di zucca mantovana e Crunchy al caffè 

zucca mantovana grammi 500 (già pulita e tagliata a cubetti)
Miss Dado|Vegetale 1 cucchiaino

sale&pepe

olio e.v.di oliva cultivar Leccino

Crunchy Gli Aironi al caffè

In una casseruola capiente mettere la zucca, dell’acqua (fino a coprire la zucca) e portare a leggero bollore. A questo punto aggiungere 1 cucchiaino di dado vegetale, la cipolla tritata e mescolare. Coprire con un coperchio e cuocere fino a quando la zucca non è morbida. Fuori fuoco frullare con 1 cucchiaio o 2 di olio e.v. di oliva, versandolo a filo. Aggiustare di sale e pepe.

Servire in bicchieri di vetro, decorando con i Crunchy al caffè.
Idea per un buffet in piedi: servire la vellutata dentro a dei vasetti di vetro, scaldare al momento, richiudere e servire con il cucchiaino legato a lato del barattolo, personalizzando ogni vasetto con un cartoncino illustrato.
Sandra & Untoccodizenzero philosophy: Adoro cucinare, per i miei cari, per gli amici, per tutti. Trovo che cucinare per qualcuno sia un pò come donare una parte di noi, ogni volta. Un pezzetto di cuore, un pochino di amore, passione, perché senza quello a mio parere la cucina non esisterebbe. Anche nel preparare un panino ci vuole amore..Non vi dico cosa trovo in certi caffè in giro per il globo o anche solo in un bar del centro di Torino: mi assale una profonda tristezza! L’amore é in ogni cosa!
Troverete molte altre ricette sul sito di Sandra Untocoodizenzero

Il bon ton del Puzzone di Moena… con un tocco di zenzero!

Viva la cucina e viva il bon ton con un… tocco di zenzero!

Oggi:
Il bon ton del Puzzone di Moena

Formaggio, croce e delizia di numerosi amanti della tavola che, tentando di destreggiarsi tra le indicazioni dei gourmet, le ormai onnipresenti intolleranze e la bramosia di un assaggio immediato, si avventano con ingordo desiderio verso il tagliere di queste prelibate leccornie, incuranti dei moniti dell’odiato (e dispendioso) dietologo che sentono riecheggiare nell’orecchio simili al grillo parlante del compianto Pinocchio. Senza contare, ahimè, che vi è pure la questione “galateo della tavola” da tener presente. 
Ecco come offrire, mangiare e godere del formaggio in (soli) cinque punti: 
1) Tempo – Per poter servire i formaggi gustandone il meglio della loro intrinseca bontà sarà opportuno toglierli dal frigorifero almeno un’ora prima del del consumo, ricordandosi che opere d’arte come il Gorgonzola o il Puzzone di Moena potrebbero togliere temporaneamente a voi, grandi chef di casa, il prezioso dono dell’olfatto. Dato che anche gli ospiti sono certamente dotati di questo senso, spesso tanto bistrattato, sarà bene mantenere i nostri tesori debitamente coperti per evitare subitanei svenimenti da parte di chi non gradisse l’offerta, appena varcata la soglia di casa.
2) Varietà – Siccome, come si è detto, non tutti sono estremamente amanti dei formaggi particolarmente saporiti, se deciderete di offrirli a tavola sarà il caso di prepararne un certo numero (almeno quattro varietà) su di un apposito piatto o tagliere, disposti già in sequenza, dal più delicato al più pungente, anche se a volte ciò è di difficile identificazione.
3) Ad ognuno il suo – Sarebbe auspicabile, anche se a volte poco praticabile, preparare un coltello apposito per ciascun pezzo di cacio, soprattutto nelle situazioni formali. Qualunque sia il vostro momento conviviale cercate comunque di prevederne almeno quattro diversi: uno classico a goccia per aprire i formaggi a struttura granulare (Parmigiano e Grana) uno a lama rigida per i formaggi “duri”, uno più flessibile per quelli a pasta morbida ed infine una spatola per i formaggi molli.
4) Taglio perfetto –  I formaggi tondi si tagliano a raggiera, esattamente come le torte, mentre quelli già presenti in grosse fette si incidono per il lato lungo in modo che ogni commensale riceva una parte di crosta, quando questa è presente. Ricordatevi che, visto che il bon ton della tavola esigerebbe che il formaggio venga servito una sola volta, sarà bene prenderne moderatamente, evitando di mollare al commensale accanto solo i rimasugli.
5) Coltello sì, forchetta ni – Al contrario di come avviene per la maggior parte delle pietanze normalmente il formaggio non si mangia con la forchetta, bensì con il coltello. Se ne taglia un piccolo boccone e lo si appoggia, sempre usando il coltello, su un pezzo di pane che servirà poi per introdurlo nelle nostre capaci fauci. Ciò si rivelerà particolarmente utile per i formaggi morbidi e cremosi mentre per quelli duri, o comunque di difficile gestione, sarà certamente consentito utilizzare la forchetta per evitare che pezzetti del prezioso cibo schizzino veloci come proiettili sulla tovaglia di lino o peggio sulla camicetta della signora di fianco.
Per concludere…Degli abbinamenti non mi è dato parlare. Scegliete pure ciò che più vi aggrada: noci, frutta, marmellate et similia. Personalmente io li preferisco al naturale ma visto che il galateo imporrebbe di gustarli solo a pranzo e non a cena avrete (avremo) molto più tempo per smaltire le calorie accumulate e non piangere poi lacrime… di taleggio!