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O tempora, o mores! La banalizzazione del rispetto
Così esordiva Cicerone nel commentare i costumi, affatto degni di ciò che oggi potremmo chiamare una “buona recensione”, all’epoca dei suoi scritti su Catilina. Ma l’esimio console, principe del foro romano, sarebbe più che inorridito nel prendere parte ad uno di quegli eventi sociali semicollettivi, similesclusivi, ipoteticamente rilevati dal punto di vista culturale, di fatto solo emblematica espressione delle moderne invasioni barbariche. Perché proprio di questo si tratta: di un progressivo e quanto mai deleterio imbarbarimento delle più basilari regole di comportamento, esacerbato dalla totalizzate non curanza per il prossimo e dalla banalizzazione di qualsiasi norma di carattere etico.
Definirla “mala educazione” non è più sufficiente. Lo spazio riservato al totale disinteresse per le necessità di contegno in alcuni frangenti della vita è ormai questione assodata. Eppure io non mi capacito, non accetto e mi ribello!
Perchè un buon comportamento aiuta a vivere meglio e ad apprezzare tutto quanto ci circonda suggerendone la vera natura a volte celata da un ammonticchiamento di atteggiamenti terrificanti, incomprensibili, che propendono per fruizione veloce, immediata degli accadimenti ma quantomai povera di riflessione e soprattutto di rispetto.
La capacità di non prendere sempre tutto troppo sul serio è stata soppiantata dalla consuetudine di prendere sempre tutto in maniera banale rendendo qualsiasi argomento vago, sfumato ed effimero, privo di qualsiasi spunto considerevole e affatto degno di buon agire. Magari si mantenesse ogni considerazione alla stregua di conversazione da salotto che presupporrebbe, almeno in quel frangente, un adeguato contegno. L’impressione è che si viri invece verso un’incondizionato e totalizzate annullamento delle buone maniere, anche le più scontate, che divengono materia da libro antico soprattutto quando si parli di comportamento collettivo.
Hic sunt leones.
Donne a San Remo…
Anche quest’anno è terminato.
Il Festival di San Remo è, nel bene e nel male, il centro di brusii, gossip e commenti da ben più di mezzo secolo. E come succede sovente sembra che nessuno lo guardi ma poi ci si riscopre a chiacchierare dell’abito dell’una, dell’inglese dell’altra e delle uscite di stile o meno di presentatori e mattatori.
Non mi pronuncerò in merito a canzoni e vincitori ma vorrei fare invece un elogio alle donne, a volte così bistrattate e considerare.
La conduzione non era perfetta, ammettiamolo, e nemmeno l’affiancamento ai personaggi più famosi, la postura, la pronuncia… Però: chi potrebbe non accorgersi di quanto una delle due fanciulle non si sia impegnata al 100% pur di riuscire a migliorare.
Credo che soli i veri professionisti siano sempre alla ricerca del perfezionamento, di quella sottile linea di demarcazione tra il soddisfacimento delle proprie aspirazioni ed una tensione all’eccellenza.
Eppure lo studio, la fatica ma soprattutto l’impegno possono essere, a mio avviso, molto ben visibili in qualsiasi professione si vada a svolgere.
Avendole personalmente notate in questa occasione mi congratulo con quella parte femminile del nostro universo che ritiene premura, sollecitudine e rispetto verso il pubblico elementi fondamentali della propria professione.
Che si ottenga un consenso unanime o meno poco importa. Non si può piacere a tutti ma l’impegno è sempre un dovere.