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D.S.W? Dubbi sul nero al matrimonio

Domanda: Tutti i miei
abiti più eleganti sono neri, ma davvero ai matrimoni il nero è
bandito?
Risposta: mi
piacerebbe dire no ma la risposta invece è… sì!
Se parliamo di total
black il veto è categorico, se invece il nero è associato a colori
più vivaci allora può essere tollerato, e perchè no, anche molto
chic. Niente furberie però, non vale abbinare al nero incombente
solo un mini accessorio tipo una spilla floreale fatta di stoffa
(anche se quelle di Lorenzo Bises sono magnifiche).
Attenzione
all’abbinamento nero-bianco che tende a fare un po’ “dalmata” e
quello nero-giallo che fa spesso “ape Maia”.

In fondo però perché
pensare che il nero sia l’unico colore potenzialmente elegante?
Nessuna di noi che sia ospite ad un matrimonio desidera essere
paragonata ad un becchino, a meno che non faccia Addams di cognome!

Starnuto un po’ choc nel fazzoletto molto chic

Praticamente impossibile da trattenere, quando lo si sente arrivare provoca momenti di puro sgomento. E’ lo starnuto, emissione più o meno rumorosa di pertinenza delle rotondità dell’organo olfattivo.
Soffiarsi il naso con una certa grazia è cosa assai difficile da realizzare, specialmente se, come accade spesso in questo periodo, si è afflitte da una rinite acuta incontrollabile, dovuta alle allergie stagionali.
Eppure un modo per comportarsi da lady anche in sventurate occasioni come queste ci sarà pure, del resto anche le regine si soffieranno il naso qualche volta!
Per non lasciarsi sorprendere meglio non dimenticarsi mai di inserire un fazzolettino in borsetta. Il fazzoletto medesimo, per essere davvero chic, dovrebbe assomigliare a uno di quelli che tanto piacevano a mia nonna, ovvero di stoffa, contenuto in dimensioni, delicato nei ricami. Possibilmente personalizzato (!!).
Se proprio il fazzoletto di stoffa non fa per noi (ma vi prego non introduciamo la questione “igiene” che cambiando il fazzoletto una volta utilizzato davvero non si pone) cercheremo almeno di inserire quelli di carta in una custodia carina, tralasciando l’orripilante sacchettino di plastica che è davvero inguardabile!
Per soffiarsi bene il naso poi non è necessario che ci sentano anche i vicini del piano di sotto. Basterà alzarsi ed allontanarsi un pochino dall’interlocutore, il quale ci sarà eternamente grato per il fatto che evitiamo lo spargimento inconsulto di bacilli di fonte a lui, oppure voltare leggermente il viso e far uscire l’aria dalle narici meno rumorosamente possibile.
Vietatissimo guardare il prodotto rilasciato nel fazzoletto!!
Per riporre il feticcio utilizzato cercheremo un posto lontano dalla vista del nostro ospite, ed eventualmente fossimo costrette ad infilarlo nella manica della camicetta, converrà ripiegarlo su se stesso in modo adeguato per non ritrovarsi a dover sborsare cifre profumate per la lavanderia.
In ogni caso mai trattenere il fazzoletto in mano a lungo per poi salutare il nostro interlocutore con una bella stretta di mano. Verremmo sicuramente additate come untori!
Eeeeee….tcì!
 

Elogio della lavette

L’accoglienza casalinga squisitamente francese fa dell’eleganza un profumo delicato ma inebriante, una fragranza che avvolge l’ospite per farlo sentire viziato, accudito, lusingato.
In realtà, non solo per deliziare le sante manine di graditissime visite a casa, ma anche per una coccola giornaliera raffinata e gentile. Eccomi dunque ad elogiare grandemente l’uso delle lavette.
Si tratta di piccoli asciugamani “da ospite”, elegantemente modesti, quadrati e sofficissimi, proposti dal mercato in innumerevoli soluzioni tessili. 
Molto spesso si posso trovare di spugna, dalle tonalità più disparate e declinate in mille nuance differenti. I più raffinati fanno ricamare queste salviette gentili con le iniziali che gli sono proprie, altre volte se ne rinvengono già decorate con deliziose piccolezze tono su tono.
Semplici o ricercate le lavette rappresentano la soluzione più elegantemente misurata per offrire ed offrirsi un attimo di puro diletto. Offritele agli ospiti nei loro cestini di piqué, spesso venduti insieme ai piccoli asciugamani, o ideate per loro un alloggio inconsueto: un piccolo vaso di cristallo, un vassoietto, una grande conchiglia.
Un’idea utile e un po’ bon ton da regalare e regalarsi per le feste ormai prossime.
Credits photo: Mastro Raphael

Bon ton al citofono

“Quando arrivi suona il citofono” ecco una di quelle frasi che mi allarma sempre un po’! Perchè l’uso, quantomeno qui a Milano, è quello di utilizzare i citofoni in maniera simile ad una partita di battaglia navale… Numeri, numeri ovunque. A una, due o tre cifre. E’ capitato che dovessi recarmi in Via Taldeitali n. 3 per suonare il citofono numero 27, raggiungere la scala 2A e pigiare il pulsante 42. Colpita e affondata!
A parte gli scherzi certamente quella di mantenere una certa qual riservatezza è senz’altro una caratteristica importante, peculiare al tempo stesso in un epoca in cui Internet e Social Network fanno da padroni. 
Cosa prevede il nuovo bon ton del citofono? Innanzi tutto consiglierei di usare un’abbreviazione con le iniziali del padrone di casa anzichè con i numeri, in questo modo si potrà dare un’ultima chance all’ospite in arrivo confidando nella sua intuizione. Questi, dal canto suo dovrà essere preventivamente avvisato, in modo chiaro, lapalissiano direi, della dicitura sul famigerato pulsantino per evitare di disturbare i vicini di casa, ignari e pacifici che debbano magari scapicollarsi a rispondere quando non attendevano proprio nessuno. Ed eccoci giunti al punto critico: non si citofona neanche all’amico più caro senza aver preannunciato la visita perchè non ci è dato di conoscere a fondo costumi e abitudini altrui che, in qualche improbabile, inaspettato frangente potrebbero rivelarsi non troppo… bon ton!

NOZZE IN VISTA? ECCO COME ESSERE L’INVITATO PERFETTO

Donnamoderna pubblica oggi un mio pezzettino dove si discorre di vecchio e nuovo galateo del matrimonio e di qualche regoletta sempre valida per sapere come comportarsi ma soprattutto tutti i “SI ed i “NO” per evitare terribili figuracce!
  1. SI – Rispondere all’invito appena lo si riceve, o comunque il prima possibile: atteggiamento cortese e soprattutto molto apprezzato che darà modo agli sposi di gestire al meglio l’organizzazione. Ciò vale sia che si possa partecipare al matrimonio sia che non si riesca a presenziare. Accertarsi inoltre se la presenza dei bambini sia contemplata o meno. In caso non lo fosse e non si avesse proprio la possibilità di lasciare i pargoli a nessuno, meglio avvisare per tempo la coppia.
  2. SI – Arrivare alla cerimonia con un buon anticipo (almeno venti minuti). L’unica a cui è permesso un po’ di ritardo quel giorno è proprio la sposa. 
  3. NO – Non attendere l’arrivo della sposa sulla soglia della Chiesa o del Municipio ma accomodarsi all’interno, dove suggerito ed attendere con santa pazienza l’inizio della celebrazione.
  4. SI – Al rispetto delle tradizioni con flessibilità! Se siete intervenuti alle nozze perché amici della sposa prendete posto sul lato sinistro, se lo siete per lo sposo sul lato destro. Se notate un enorme disuguaglianza tra le due parti accomodatevi dove c’è più posto senza troppa rigidità.
  5. SI – Vestire in tono adeguato al tipo di matrimonio. E’ assolutamente lecito chiedere indicazioni sull’abbigliamento alle due famiglie ma ricordate che in ogni caso si tratta di un evento che richiede un abbigliamento elegante seppur senza eccessi.
  6. NO – I no dell’abbigliamento dell’ospite perfetto con aggiunta di spiegazione e licenza poetica:  No al bianco (riservato alla sposa), no al nero (perlomeno al total black, meglio allora aggiungere qualche nota di colore che eviti l’effetto “funerale in corso”) e no rosso (ma non in quanto tale ma come identificativo di tutti i colori troppo accesi che distoglierebbero l’attenzione degli invitati dalla sposa).
  7. SI – Ai regali che si attengono alla lista nozze, se gli sposi hanno provveduto ad indicarne una. In questo modo si potrà essere certi di far loro cosa gradita.
  8. SI – Al regalo al di fuori della lista nozze, ma solo se si conoscono davvero molto bene i gusti e i desideri degli sposi o se se si è a conoscenza di qualche loro necessità non contemplata nella ormai super utilizzata lista dei regali.
  9. NO – Non inviare mazzi di fiori il giorno stesso delle nozze. Si tratta infatti di un momento troppo convulso dove anche soltanto pensare di recuperare un vaso in più sarebbe cosa assai difficoltosa. Meglio anticipare al giorno prima o attendere il ritorno degli sposi dal viaggio di nozze.
  10. NO – Non modificare i posti a sedere assegnati dagli sposi accomodandosi in tavoli diversi da proprio per star vicino ad un amico di vecchia data o alla biondina seducente di turno. Gli sposi hanno speso ore del loro tempo per creare un aggiustamento gradevole a tutti. Rispettiamo i loro desideri.

Ce ne sarebbero almeno altrettante… ne riparleremo insieme anche a Paola Toia!