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BBT – BABY BON TON

Per divertirci mia figlia ed io abbbiamo inventato una filastrocca che potrebbe aiutare qualche mamma nel (difficilissimo) compito di insegnare ai piccoli le regole base delle buone maniere a tavola. Questo è il risultato… Che ne dite?
Il bicchiere in alto a destra
se sei bravo lì ci resta,
tu lo prendi con la mano
e lo fai tornar pian piano.
Il coltello ed il cucchiaio
che inizian con la C,
stanno proprio appena sotto
al bicchiere con la B.
La forchetta è la regina
ce l’abbiamo spesso in mano,
vuol star larga e comodina
e a sinistra la mettiamo.
Tovagliolo sulle gambe
per non fare un bel disastro,
lo mettiamo un po’ piegato
a sinistra dopo il pasto.
Mai qui i gomiti ci stanno,
con le mani non far danno.
Appetito  e compagnia
buona pappa in allegria!

Tutta colpa di Julia Roberts! Piccola storia bon ton di crostacei, molluschi e… lumache

Chi mi conosce lo sa bene, adoro i crostacei, i molluschi ed ogni altro animale (o essere vivente dotato di pseudopodi) sia commestibile, meglio se intinto in gustosi brodetti dal profumo invitante. Eppure assaporarli mantenendo un certo contegno e non imbrattare il metroquadro circostante con schizzi e rimasugli di carapace in stile esplosione termonucleare globale non sempre risulta di estrema facilità.
Basta trovarsi davanti un piattino di lumache fumanti, giustapposte nel loro piattino con i buchi, per far correre immediatamente il pensiero all’indimenticato “Pretty Woman” celeberrimo film in cui la protagonista Julia Roberts, elegantemente agghindata in abito da sera, perdeva rovinosamente la sua battaglia con les escargots à la bourguignonne, fatte volare a parabola dal piatto e finite nella generosa scollatura della signora del tavolo accanto, marchiata a fuoco dalla temperatura del guscio e macchiata a vita dall’onta del sughetto oleoso.
Di fatto sfido anche i più dediti alle 50 sfumature di qualsiasi colorazione a destreggiarsi con quello strano strumento di tortura che sembrano essere le apposite pinze che il galateo imporrebbe usate per tener fermo il piccolo animale ormai defunto e fumante prima che divenga sollazzo per il palato.
L’arnese in questione infatti è l’unico caso di pinza a pressione inversa: si allarga quando la stringiamo per serrare la morsa quando la rilasciamo, tutto così complicato che se la lumachina non sarà infilata adeguatamente rischia di certo la partenza per l’iperspazio.
Ma non solo! Gamberetti, mazzancolle, astici e conchiglie non sono certo meno difficili delle nostre amichette striscianti.
Primissimo punto per destreggiarsi con nonchalance alla tavola imbandita di questo genere di squisitezze sarà dunque conoscere e riconoscere le posate adeguate. Oltre ai classici coltello e forchetta da pesce infatti, in un’occasione nella quale siano presenti crostacei o molluschi, dovrebbero completare la tavola:
Una forchettina piccola, corta e a due punte che normalmente viene posizionata a destra del piatto e che si rivelerà essere la nostra migliore amica per poter agguantare senza problemi conchiglie e molluschi
Una lama a cucchiaio per crostacei. Questa posata, particolarmente inusuale e non sempre riconoscibilissima, è di solito molto lunga e sottile, e termina con un cucchiaino a spatola all’estremità inferiore e con una forchetta a due punte a quella superiore.
Le pinze, a volte reperibili in fogge stravaganti, servono infine per rompere gli involucri duri delle zampe e per le cheleLa questione non è tanto ascrivibile tanto ai momenti informali dove la degustazione di vongole, cozze e succulenti carapaci di crostacei grandi e piccoli potrebbe di fatto non essere un grosso problema anche se effettuato con l’uso delle mani (fermo restando che il risucchio è cosa sgradevolissima da rifuggire al massimo livello) quanto alle situazioni più formali dove, ormai tutti lo sanno, questo genere di amenità dovrebbe essere assolutamente evitata. 
Per non sfigurare al ristorante pensando che un novello Richard Gere potrebbe essere appostato dietro la felce all’entrata, sarà bene ricordarsi che tutte le conchiglie richiedono di essere mangiate con la forchetta e che le ostriche si dovrebbero tenere con la mano sinistra e mentre l’apposita forchettina brandita nella destra, staccherà il mollusco dal guscio per introdurlo nelle vostre capaci fauci. 
Se siete stati favoriti dalla sorte e avete di fronte un astice ma così sventurati da capire che il cuoco cinese, impegnato in un efferato delitto, si è dimenticato di spolpare l’animale per ricomporlo nel suo guscio così come di converrebbe in un’occasione formale, dovrete far da soli: utilizzate le mani e pinze per spezzare i gusci e cercate di rimuovere la carne con l’uso dell’apposita posata lunga dotata due punte acuminate. Dopo aver gustato la pietanza lavatevi nella coppetta lavadita cercando di non provocare il solito tsunami provocando la fuoriuscita delle fettine di limone, in alternativa utilizzate le (orribili ma quantomai utili) salviette in dotazione a molti ristoranti.

Un ultimo consiglio: evitate di infilare in bocca le zampette dei crostacei tentando di estrarvi l’inestraibile con il rischio di diventare cianotici. Meglio poco con gran gusto che poco di più con poco buon gusto.
Leggi l’articolo anche su Un Tocco di Zenzero

Una questione di mano… a tavola!

Il galateo della tavola prescriverebbe due semplici regolette per l’uso della forchetta:
1) Quando la
forchetta è utilizzata con la mano sinistra, andrebbe sempre tenuta con i  rebbi (le punte) volti verso il basso. L’impiego precipuo infatti sarebbe quello di tenere ben ferma la pietanza per poterla porzionare con il coltello che, ovviamente, sarà afferrato e utilizzato con la mano destra. 
2) Quando la
forchetta viene invece tenuta con la mano destra, le punte andrebbero sempre rivolte verso l’alto in modo da poter raccogliere quanto vi è nel piatto.
Il galateo vieterebbe in maniera intransigente quanto invece vediamo fare oserei dire giornalmente, ovvero il passaggio
della forchetta da una mano all’altra. Dunque niente tagli all’arrosto con entrambe le posate (forchetta a sinistra e coltello a destra) per poi gustare le patatine con il solo uso della forchetta sorretta nella mano destra. 
Eh, no! Il bon ton della tavola imporrebbe una scelta definiva da prendere all’inizio del piatto e protrarre per l’intera portata… A voi la decisione di fare l’esatto opposto!

L’orologio nel piatto (ovvero la posizione delle posate quando si mangia)

In fatto di buona educazione, come si sà, gli usi si modificano notevolmente con l’andare dei secoli. Abitudini ben radicate del secolo scorso sembrerebbero oggi, non solo un po’ obsolete, ma addirittura completamente fuori luogo. 
Nelle regole del galateo, materia quindi elastica e flessibile (al contrario di cerimoniale e protocollo), vi sono però alcune ragioni di fondo che ne identificano la nascita e l’utilizzo, sempre per un unico scopo: il miglioramento della cooperazione sociale e quindi della vita stessa, essendo noi non eremiti in luoghi sperduti e dimenticati, ma parte di un contesto che in qualche modo ci contiene.
A questo proposito parliamo di “orologio nel piatto” ovvero di quelle regole della tavola che descrivono le corrette posizioni delle posate quando si mangia. 
Nei trattati di galateo e bon ton si trova un po’ di tutto, com’è lecito che sia, ma in realtà le norme esistono per alcune specifiche ragioni. Vediamo nel dettaglio.
Posizione delle postate nel piatto – La pausa
Se durante il pasto di vuole fare una pausa, ad esempio per bere, mangiare un po’ di pane o servirsi di altro, e le posate sul piatto fossero due, ad esempio coltello e forchetta, la posizione corretta del coltello durante questo intervallo dovrebbe essere con il manico  appoggiato a destra, sul piatto, ad ore 16 con la lama rivolta verso il centro del piatto stesso. La forchetta invece dovrebbe essere posizionata con il manico appoggiato a sinistra ad ore 20, sempre sul piatto, con i rebbi (ovvero le punte) rivolti verso il basso a formare una sorta di piramide, accostandoli alla punta del coltello ma senza formare una X. Questo segnale convenzionale significa che non abbiamo terminato il nostro pasto ma che, per l’appunto, ci stiamo concedendo una pausa. 
Posizione delle postate nel piatto – Fine pasto
Per concludere il pasto entrambe le posate dovrebbero essere posizionate con il manico appoggiato al piatto ad ore 18,30: il coltello starà a destra con la lama all’interno e la forchetta a sinistra con rebbi rivolti verso l’alto. 
La ragione del posizionare le posate ad ore 18,30 (e non ad ore 16,20 come comunemente si crede) sta nella possibilità di agevolare il cameriere, o chi ci aiuta in tavola, nello sbarazzo del piatto medesimo cosa che con il posizionamento ad ore 16,20 avverrebbe con meno facilità.  
Il problema si porrebbe inoltre quando la posata da riporre fosse unica, un solo cucchiaio ad esempio. In questo caso se lo posizionassimo a destra, ad ore 16,20 anche solo per attendere qualche minuto prima di terminare la pietanza, il segnale risulterebbe ingannevole
Da ricordare dunque di non appoggiare mai i manici delle posate sulla tovaglia perchè, come diceva la mia nonna Wanda, “Per le regole del galateo c’è sempre un perché”.