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Accessori wedding: l’ombrellino parasole

Il mio accessorio preferito per quest’anno di grandi matrimoni? Senza dubbio l’ombrellino parasole
Non tanto per la sposa, sempre indaffarata a sbaciucchiare ospiti a destra e a sinistra…

…quanto per le gentili invitate che, sfoggiando un ombrellino elegante (preferibilmente vintage) conferiranno a se stesse a a tutta la scena un’allure di intramontabile eleganza

Photo credits: Cetty Carollo

Un’aura divertente e glamour!

Se poi avrete chi ve lo sorregge sarete le più ammirate delle festa. Irrinunciabile!

Chic sotto la pioggia? 5 trucchi per essere perfette

Lo sappiamo, la pioggia mette a dura prova i nervi e il guardaroba, ecco cinque semplici consigli per essere sempre impeccabili!
  1. E’ il momento di rivalutare
    l’OMBRELLO. Per tante accessorio fastidioso e in cima alla lista
    degli oggetti più dimenticati sulla faccia della terra ma
    ricordate: una donna con un bell’ombrello si fa sempre notare
    positivamente. Dovrà essere di buona fattura (non comprato
    all’angolo sotto casa per intenderci) ed in accordo con il vostro
    stile, possibilmente di un colore sgargiante anti-noia! So che è difficle ma tentate di non separarvene mai finchè
    siete fuori casa o rischiate che la vostra bella scelta faccia
    felcie qualcun altra.
  1. Una GONNA per amica. Sotto una
    pioggia a catinelle meglio scegliere la gonna anzichè i pantaloni:
    le calze si asciugano sette volte più velocemente di qualsaisi
    altro tessuto. Quando la praticità fa tendenza.
  1. La TRACOLLA non si molla. Esporre
    la vostra borsa preferita alle intemperie cittadine? Siete pazze???
    Evitare le borse a braccio ed optate per le più funzionali
    tracolle. E poi volete mettere la comodità di avere una mano libera
    per l’ombrello (vedi punto 1)?
    photo: ireneccloset
  1. Un po’ diva con il FOULARD. Per
    dare un tocco glamour ad una giornata di uggiosi piovaschi un
    foulard sulla testa è l’ideale, o una bella pashmina. Insomma un
    po’ Audrey Hepuburn e un po’ Mata Hari. Così anche sotto il diluvio
    sarete sempre super-chic.
    photo: Vogue

  1. Un classico dei classici,
    l’IMPERMEABILE. Ogni guardaroba che si rispetti deve annoverare il
    trench coat nei colori beige o tortora. Un passepartout per
    innumerevoli situazioni. Visto il meteo direi al momento
    indispensabile, non credete anche voi?
    photo: shefinds

Bon ton del tracannamento rapido dalla bottiglia

Una delle facente che più detesto al mondo è l’esser costretta a bere direttamente dalla bottiglia. Certo, in alcune situazioni è impensabile poter avere un bel bicchiere di cristallo a portata di mano ma piuttosto che attaccarmi (letteralmente) alla bottiglia preferirei tenermi la lingua felpata e l’arsura devastante.
Esagerata? Magari lo sono. E’ che bevendo direttamente dalla bottiglia non riesco mai ad uscire da quell’etichetta di “semi-alcolizzata-sbevazzona” che mi sento appiccicata addosso non appena tento l’abbeveramento “diretto”, fosse anche una bottiglia di gazzosa o chinotto. 
Ci ho tentato, ve lo giuro, ad impersonificare una sorta di donna “rock” forte, intensa, agguerrita, proponendo a me stessa e agli altri un’immagine easy e molto, molto shabby. I risultati sono stati a dir poco esilaranti.
Sarà perché credo che anche un gesto semplice come quello di portare alle labbra un bicchier d’acqua possa essere compiuto con quella certa maliziosa eleganza assai difficile da raggiungere con l’utilizzo di un collo di bottiglia, di plastica o di vetro che sia. 
Certo, mi fa sobbalzare (per non dir svenire) anche la vista del mignolino librato nell’aria, ancora oggi simbolo di fanciulle demodè e affatto chic! Non per niente i maestri di etichetta di varie corti reali trascorrono intere giornate con i neo-monarchi per insegnar loro l’arte della convivialità di cui il bere è senza dubbio  parte integrante.
Dal basso della mia umile corte di casa suggerisco di limitare l’approvvigionamento di liquidi direttamente dalla bottiglia ad una reidratazione in campo sportivo. 
Tolte le scarpe da jogging sarà forse  meglio riprendere in mano un pizzico di femminilità e chiedere gentilmente di poter avere… un bicchiere, per favore.

Abbronzatura sì, ma con stile!

Oddio, l’estate! Saremo pronte per la prova bikini

La domanda sorge spontanea dopo mesi di inverno grigio e uggioso sulle spalle. Non sempre abbiamo avuto modo di trascorrere ore in palestra per tonificare il tonificabile, dunque bisognerà adottare alcune astute strategie per superare indenni le crisi di nervi che per noi, donne con un diavolo per capello, che sono in agguato anche in vacanza.
Vi racconterò dunque la mia singolare ricetta per spalmarsi la crema solare con un certo stile, i trucchi sono tre:
1) Se vi è possibile pensate a cospargervi di crema semi-sdraiate sul lettino solare e soprattutto in bilico su una sola natica!. In questo modo attuerete la posizione ottimale per fornire al pubblico di astanti la porzione migliore del vostro corpicino, ovvero quella di tre-quarti, che vi farà subito apparire più magre e flessuose.
2) Quando stendete la crema tirate le punte dei piedini (anche fossero un ingombrante 42) proprio come fanno le ballerine di danza classica. in questo modo le gambe risulteranno molto più allungate e l’aspetto complessivo ne godrà visibilmente. Aumenterà esponenzialmente dunque il numero di ammiratori e, di conseguenza la vostra autostima.
3) Durante l’eoperazione “crema solare” trattenete sempre sul volto quell’espressione tipica da “topping al cioccolato su pasticcino alla vaniglia“. Voi siete il pasticcino, con un pizzico di eleganza e di sana malizia gli altri vi vorranno assaggiare…

Buona (e sana) abbronzatura dunque!

I 5 “must to know” del fazzoletto da taschino

Indossare un fazzoletto da taschino per un uomo significa rendersi sicuramente più interessanti agli occhi altrui ma anche attirare l’attenzione. Per non sbagliare ecco le cinque regole fondamentali da ricordare: 

  1. Splendido complemento dell’abbigliamento la “pochette” maschile può essere indossata con qualsiasi tipologia di giacca inserendola nel taschino in alto a sinistra.
  2. Essendo un accessorio versatile può essere indossata sia di giorno che di sera adeguandone la foggia e il tessuto all’abito.
  3. Dovrà essere di colore diverso rispetto alla cravatta, se indossata e non fuoriuscire mai eccessivamente dal taschino.
  4. Questo piccolo lembo di stoffa dovrà essere ben stirato e sapientemente piegato utilizzando una delle innumerevoli piegature disponibili, ben ricordando che le forme più creative dovrebbero essere riservate alle occasioni di informale eleganza.
  5. Gli inglesi dicono: “One for show, one for blow” ovvero mai utilizzare il fazzoletto da taschino per soffiarsi il naso. Sarebbe una caduta di stile imperdonabile!

Aggiungo che negli eventi nei quali sia previsto il fiore all’occhiello (o nel caso lo si voglia indossare) non esistono stringenti regole di etichetta che prevedano l’eliminazione dell’uno a favore dell’altro. Personalmente trovo che per indossare entrambi questi dettagli sia necessario lo charme e l’attenzione al particolare di Humphrey Bogart, quindi… attenzione al “too much“!


Giorgia 

Scendere dall’auto con eleganza

Quante volte è capitato di scorgere dalle pagine dei giornali più o meno “pettegoli” qualche fotografia un po’ scabrosa, e alquanto inelegante, della signora di turno fotografata mentre, scendendo dall’auto in maniera sgraziata, mette in mostra ciò che di norma dovrebbe rimanere nascosto.
Capita… e affatto raramente! Ecco dunque cosa prescrive l’etichetta (ed il buon senso) per evitare pessime figure anche se non siamo così VIP da essere “paparazzate” ad ogni piè sospinto. 
Una adeguata preparazione preliminare è senz’altro un’ottima idea: in caso di gonna particolarmente corta meglio far scendere l’orlo di quest’ultima quanto più possibile nell’approssimarsi al “momento topico” ricordando che le minigonne torneranno ben presto alla loro minimale posizione non appena inizieremo il nostro incedere. Per gli abiti particolarmente lunghi il problema potrebbe essere l’opposto, meglio dunque scoprire con eleganza caviglia e piede ed appoggiare saldamente quest’utimo a terra al momento della discesa, facendo bene attenzione a non incastrare alcun lembo di tessuto sotto il vertiginoso tacco che farà senz’altro capolino.
Ricordo ai signori uomini che sarebbe gentile ed educato aprire la portiera alla propria compagna, in ogni caso, sia che questa venga tenuta dal nostro accompagnatore o che siamo noi ad occuparcene meglio ricordarsi di spalancarla letteralmente così da agevolare la nostra discesa.
Regola fondamentale per scendere dalla macchina rimane comunque sempre la stessa: ginocchia serrate, incollate, sigillate. Il metodo migliore per scendere dall’auto è dunque girare bacino e gambe direttamente verso la portiera e, chinandosi leggermente in avanti, darsi una leggera spinta con le mani appoggiate al sedile dell’auto per poter appoggiare entrambi i piedi a terra, contemporaneamente.
In questo modo eviteremo il rischio di inquietanti, quanto imbarazzanti “upskirt” foto scandalose di noi celeberrime… donne “commoner“!

La mia piccola guida al Dress Code su Donnamoderna.com


Paola Toia pubblica la mia piccola guida al Dress Code su Donnamoderna.com
Party, eventi, cocktail… durante la Settimana della Moda milanese i fashion victim hanno ricevuto tantissimi inviti.“Cosa mi metto?”, è la domanda che ognuna di noi si è fatta.Giorgia Fantin, esperta di tradizione e bon ton, ci aiuta a comprendere le regole che vengono dettate sugli inviti, sempre meno chiare.“Dress code significa letteralmente abbigliamento consigliato”, spiega Giorgia. “La lunghezza delle gonne è, al giorno d’oggi, dettaglio alquanto trascurabile: la moda e le occasioni mondane permettono oggi numerose divagazioni a signore e signorine che, come sofisticatissimi camaleonti, si producono in numerose metamorfosi “habillè”.Attenzione ai due rischi più comuni: l’abbigliamento “sotto tono” o, al contrario “l’overdress”, ovvero un vestiario molto più elegante del dovuto.Ecco i significati di alcune delle diciture che troviamo sugli inviti.White Tie – Cravatta Bianca
Ha un significato molto esplicito: frac per l’uomo ed abito lungo per la signora. Andrebbe indossato preferibilmente di sera. Non si adatta ai matrimoni.Black Tie – Cravatta nera
Ovvero, in Italia, smoking per lui eabito lungo per lei (o corto scollato e molto elegante). La regola europea vuole che non lo si indossi mai prima delle 20.00, in America gli orari sono molto più flessibili. Non è assolutamente un abbigliamento adatto per le nozze.Creative Black Tie – Cravatta nera ma “fashion”
Per l’uomo è indicato lo smoking in combinazione con pezzi di tendenza o bizzarri. Per le signore è apprezzato un abito da cocktail elegante, anche colorato o, in alternativa, un tubino nero con accessori creativi e sgargianti.Cocktail Dress – Abito scuro 
Indica un’occasione semi-formale. La regola vorrebbe lui in vestito nero o grigio antracite, camicia bianca, cravatta classica dai colori scuri. Per lei si opterà per un abitino elegante, si può usare tranquillamente anche il colorato purchè raffinato. Sarebbe da evitarsi sia l’eccessivamente corto che l’eccessivamente fantasioso. Nel dubbio ottimo il classico tubino (o anche un bel tailleur pantalone) scuro, accessori sofisticati e orecchini di perle, capelli raccolti.Dressy Cocktail Dress – Abito scuro serale“Personalmente con un invito di questo tipo io vestirei l’uomo in maniera elegante e formale”, dice Giorgia Fantin, “facendo leva sulla preziosità dei tessuti più che sul modello del vestito. Per le signore consiglio un abbigliamento piuttosto elegante, senza arrivare al lungo, ma abbellito da dettagli preziosi. Insomma un po’ più elegantino del solito cocktail dress”.Tight
Adatto ai matrimoni particolarmente formali, se se ne ravvede la dicitura sull’invito risulta praticamente obbligatorio per i signori (sicuramente lo sarà per i testimoni e i papà degli sposi). Per le signore è adatto un abbigliamento formale ed elegante ma da giorno: si ai cappelli e velette. Il Tight non si indossa più dalle 18,00 in poi.”Insomma che vogliate o meno seguire il galateo ricordate che al giorno d’oggi (quasi) tutto è permesso salvo la mancanza di decoro!”, rimarca Giorgia Fantin.”Un’ultima noticina veloce per le signore: usate una borsetta piccola e classica se l’abito è importante, optate per una pochette gioiello se indossate invece un abitino piuttosto semplice”.
Per leggere l’articolo sul sito di Donnamoderna.com clicca qui.

Il Nuovo Galateo e l’Arte del Buon Ricevere

Il corso sul Nuovo Galateo e l’Arte del Buon Ricevere che si tiene a Milano, con appuntamenti regolari, insegna alle Signore del nostro tempo l’arte di ricevere a casa con stile ed eleganza, gestendo ogni imprevisto in modo impeccabile.

La didattica in aula consente di apprendere le regole fondamentali del ricevere nella propria dimora in maniera formale e informale, nonché le norme base per l’organizzazione un pranzo placée , di una cena in piedi e di altri piccoli eventi conviviali.

Durante il corso apprenderà la maniera corretta di apparecchiare ed allestire la casa in maniera impeccabile, anche nelle occasioni più informali ed impreviste, nonché a gestire il personale di servizio quando questo sia presente o a far tutto da sé.

Il Nuovo Galateo e l’Arte del Buon Ricevere è il corso perfetto per trasformare ogni invito a casa in meritatissimi complimenti.

Programma completo del corso disponibile: info@biancorubino.com

Costumi e… le tre cose da non fare, di LINA SOTIS


Costumi da bagno per signora, signorine e signori. Se la signora è frolla, ignori il super sgambato e la tetta a balconcino sostenuto. Non consideri bikini decorati con anelloni di ferro e rifugga il tanga.

La signorina in tanga sappia che la beltà del suo didietro porterà commenti brevi e mai appuntamenti seri. Per cui, chi gira in tanga si assuma le sue mele responsabilità.

Per signori e giovinotti. Non c’è niente di meno elegante che il costumino a mutanda aderente che evidenzia il pacco. Se c’è, troverà il modo di evidenziarsi da solo.

La madre della sposa indosserà il cappello

Il cappello è tornato prepotentemente alla ribalta in questi ultimi mesi come accessorio irrinunciabile per la donna che, durante una cerimonia, desideri un completamento raffinato della propria personalità.

Una volta gli inviti per matrimoni “en chapeau” erano all’ordine del giorno. Anzi, l’utilizzo del cappello era generalmente raccomandato e non soltanto in cerimonie di altissimo standing. Era visto come “status symbol”, come ostentazione di una prorompente, femminilissima eleganza alla quale non si poteva e non si doveva rinunciare. Ecco perché ben poche mamme di futura sposa avrebbero mai scelto di presentarsi deliberatamente alle nozze della figliola senza un adeguato copricapo, soprattutto in ricevimenti di particolare importanza.. In ogni caso per la cerimonia nuziale era senz’altro la madre della sposa a definire se si potesse o meno indossare il cappello e questo a seconda se ella decideva di portarlo oppure no. Ai nostri tempi questa regola è quasi entrata in disuso anche se, volendo rispettare le formalità, dovremmo comunque riferirci ad essa. Oggi viene tollerato l’utilizzo del cappello anche senza esplicita indicazione purchè portato con disinvoltura e nel rispetto di alcune regole di base del buon comportamento. Un po’ di bon ton “storico” – Ricordiamo che i matrimoni “en chapeau” (letteralmente “Signore con cappello”) si svolgevano d’estate, di giorno e all’aperto, il copricapo infatti andrebbe indossato dalle signore dall’inizio del matrimonio e tenuto durante tutti i suoi passaggi. Sarebbe assolutamente poco educato però non toglierlo quando ci si siede a tavola, fosse anche solo per non disturbare il desinare del vicino di tavolo, e andrebbe decisamente tralasciato dopo il tramonto. Ma come si sceglie il cappello adatto? La tipologia di cappello da indossare va scelta in armonia non soltanto con la propria mise, ma anche con lo stile della cerimonia nel suo complesso. È indispensabile dunque sceglierlo con cautela ricordando che l’utilizzo di questo tipo di accessorio senza dubbio completa lo stile e conferisce raffinatezza, ma inevitabilmente cattura l’attenzione su chi lo veste, pertanto è bene evitare gli eccessi, soprattutto se non si ama particolarmente trovarsi al centro dell’attenzione. Come prima regola base sarà necessario ricercare una proporzione tra la calotta e la larghezza della falda che devono essere adeguate alla dimensione e alla forma del viso. La proporzione del cappello dovrebbe essere inoltre in armonia con la propria corporatura; una donna di statura modesta, per esempio, dovrebbe evitare di indossare cappelli a tesa troppo larga. La scelta del colore è l’altro fondamentale elemento di discrimine nella scelta, ricordando che vestire un cappello del medesimo colore del proprio abito rischia di sicuro di uniformare un po’ troppo l’abbigliamento. Come va indossato correttamente il cappello? Pochi accessori possono far notare una donna come un cappello ben portato. Se ben vestito il cappello incornicia graziosamente il viso femminile, ombreggiandolo nei punti giusti. Va sistemato calzandolo saldamente ma confortevolmente, si tira quindi la parte centrale della tesa verso la fronte in modo da lasciar scoperta solo la zona sopraccigliare. I cappelli con tese particolarmnte larghe possono essere portati anche leggermente inclinati lateralmente. Ultime raccomandazioni:

  • Se indossate il cappello ricordate di alzare leggermente il viso se vi doveste accorgere di venir fotografate: il volto risulterà più luminoso e naturalmente elegante.
  • Ricordate che il cappello, per quanto comodo, inevitabilmente rovina un minimo la messa in piega del parrucchiere, quindi infilate in borsetta una spazzola di emergenza per poter rinfrescare l’acconciatura una volta lasciato il cappello oppure optate per un’acconciatura bassa, adatta al copricapo, e abbondate con lacca e forcine.
  • Infine niente velette (seppur meravigliose) ad una cerimonia di mattina!

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