Un paio di scarpe col
tacco, un bel tacco (il più
vicino possibile alle vette dei 12 cm),
è per una donna
un vero e proprio tocco di bacchetta magica.
Migliora istantaneamente l’aspetto fisico e di
conseguenza ritempra
lo spirito in men che non
si dica.
Kaytoure
Insomma, a dispetto di tutto ciò
che
pensa il genere maschile (mariti e fidanzati
nella fattispecie),
nonché il gruppetto di mamme e padri particolarmente votati al
risparmio più cruento, un paio di scarpe nuove è un vero
toccasana!
Certo, camminare su certi
trampoli ha quantomeno del
miracoloso e sono davvero poche le donne
che riescono
a passare l’esame “calzatura vertiginosa” senza
che venga inferta alle propaggini inferiori del loro corpo
una certa
qual sofferenza.
Eppure, pensiamoci: una scarpa col tacco non si nega
a nessuna!
In fondo
l’incedere su certi rialzi ha un effetto taumaturgico anche sulle inclinazioni personali: regala almeno
10 punti avventura
15 punti intraprendenza
e
almeno 50 punti personalità
Due sono i soli problemi
che affliggono chi voglia cimentarsi in questo equilibrismo
prevalentemente
femminile.
Primo come scegliere le
scarpe con il tacco giusto;
Stella Friday
secondo: come imparare a
governarle.
Nel primo caso varrebbe
la pena
di conoscersi bene, ecco dunque il mio consiglio: fatevi una pedicure accuratissima, perfetta e femminile, dopo di che appoggiate
sul pavimento un
foglio di carta sufficientemente grande da
accogliere entrambe le vostre appendici con le
unghiette
graziosamente dipinte del vostro colore preferito (non si
fanno mai queste cose senza essere men che
impeccabili!), alzatevi in
piedi, accovacciatevi fino a raggiungere le vostre estremità e
tracciate con un
pennarello la sagoma che questi assumono sul foglio. Quelle linee vi
riflettono, siete voi!
Certo, camminare su certi trampoli ha quantomeno del miracoloso e sono davvero poche le donne che riescono a passare l’esame “calzatura vertiginosa” senza che venga inferta alle propaggini inferiori del loro corpo una certa qual sofferenza.
Eppure, pensiamoci: una scarpa col tacco non si nega a nessuna! In fondo l’incedere su certi rialzi ha un effetto taumaturgico anche sulle inclinazioni personali, regala almeno:
– dieci “punti avventura”
– quindici “punti intraprendenza”
– e almeno cinquanta “punti personalità”
Due sono i soli problemi che affliggono chi voglia cimentarsi in questo equilibrismo prevalentemente femminile.
Primo: come scegliere le scarpe con il tacco giusto
Secondo: come imparare a governarle
La vera faccenda complicata sta nel sedare la rivolta dei vostri piedini ai primi approcci alle vette della femminilità.
Se, per quanto ci proviate, davvero non ce la fate ad arrivare in orario, dovrete imparare la sapiente arte della scusa per cercare di limitare i danni di un catastrofico ritardo.
Se per gli impegni “di piacere” vi sono innumerevoli pretesti, non si può dire altrettanto per gli impegni professionali che richiedono ben altra attenzione. Spaccare il secondo non è mai elegante quando si tratti di eventi più o meno mondani nei quali volete davvero farvi notare. Invece se non volete rischiare un rimbrotto da parte del capufficio che vi attendeva per stampare la presentazione (importantissima, importantisssssssima!) per il nuovo cliente, lunghe e snervanti attese dal dottore per aver saltato il vostro turno e quindi perso l’attimo, o una tirata d’orecchio della maestra per non aver recuperato in tempo il pargolo, ricordate che ad alcuni impegni non si può, NON SI DEVE arrivare tardi.
Le scuse usuali comunque non funzionano più.
Tutte trite e ritrite, spremute come limoni da una nutrita quantità di signore. Bisognerà dunque adattarsi ai tempi moderni e tirar fuori qualche coniglio dal cilindro, uno tutto nuovo, con un pensierino quanto più adatto all’occasione e soprattutto verosimile.
Ricordate la regola fondamentale: le prime a credere a ciò che state raccontando dovete essere voi.!
Adattate la realtà alle vostre esigenze senza però manipolarla eccessivamente (o verrete scoperte in men che non si dica). Convincetevi che la cosa sia andata davvero, assolutamente in quel preciso modo.
Le scuse più strampalate oltre a reggere il tempo di un sussulto sono facili a dimenticarsi (da chi le racconta) ma rimangono impresse come marchi a fuoco nella mente degli interlocutori, che le racconteranno in pubblico nei momenti più imbarazzanti, con la conseguenza di un’accelerazione subitanea del polso e una gocciolatina fredda fredda lungo la schiena.
Fino a venti minuti il ritardo non è vero ritardo, almeno non per una donna.
Perfino all’università esiste il classico quarto d’ora accademico e voi che siete maestre nel farvi desiderare vorrete essere da meno?
Da venti a quaranta minuti non siete in orario, questo è certo.
La tattica davvero perfetta è quella di rabbonire gli astanti con una sfilza di complimenti: «Ma buongiorno Lucia! Che bello vederti! Certo che vicina a te io sparisco letteralmente, sei in super forma!». Nessuno resiste ai complimenti se ben assestati.
Nel frattempo ci infilerete dentro qualche scusa con grande nonchalance: «Sono davvero felice di essere qui, arrivare è stato un vero incubo, oggi sono tutti impazziti, sembrano zombie che camminano».
Da quaranta minuti a un’ora, fate un’entrata spettacolare
Tutti devono vedervi perché tanto un ritardo del genere sarebbe comunque impossibile da far passare sotto silenzio. Se ad attendervi è qualcuno dell’altro sesso cercate di essere sexy e affascinanti quanto più possibile: slacciate un bottoncino della camicetta, scompigliate i capelli, mordicchiatevi le labbra per renderle più colorite. Sorreggete il cappottino e la borsa in una stessa mano e tendete adoranti l’altro braccio verso il vostro pubblico, brandendo possibilmente un bel paio di occhiali.
Più il vostro arrivo sarà scenografico e clamoroso, più darete l’impressione di essere importanti e super VIP. Che si sappia: tutti vi cercano, tutti vi vogliono… il ritardo non è il vostro ma è stato causato dallo stuolo di fans, ammiratori, seguaci, adoratori e spasimanti. Impossibile incolparvi.
Oltre un’ora. Fate chiamare dalla segretaria
ovvero un’amica disposta a calarsi nel ruolo. Sarà chiaro a tutti che vi era assolutamente impossibile evitare il contrattempo.
Comunque il ritardo davvero importante, quello fuori tempo massimo, non può avere troppe scuse, non servirebbero a molto. Ricordate che il giro dell’orologio equivale a un esponenziale giramento di scatole di chi vi stava attendendo. Meglio lasciar sbollire la cosa e defilarsi in buon ordine per non rischiare di diventare il bersaglio di stoccate dritte dritte a centro schiena.
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/10/5463364-woman-with-red-alarm-clock-representing-lateness-or-a-deadline.jpg320320Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-10-23 12:02:002016-04-01 16:11:07Fino a venti minuti non è vero ritardo
Piove. E va bene. Quello che invece non va affatto bene e che alcune persone (leggi mio marito) non riescono ancora bene a comprendere la fatica che facciamo noi donne a domare una chioma a dir poco ribelle, chioma che in certe occasioni sembra essere dotata di vita propria. Eccovi qualche idea easy per tenere a bada l’esuberanza tricotica, crespa e umidiccia…
E’ d’obbligo una premessa: a nessuna donna, di qualsiasi età, condizione socio-culturale o livello di emancipazione, piace essere piantata da sola al ristorante. Chi vi dice che ciò non sia vero MENTE sapendo di farlo. Se ciò non bastasse lasciare da sola una donna al ristorante, dopo interminabili promesse e divagazioni telefoniche su una ipotetica, imperdibile serata romantica è da pura denuncia, da accoltellamento rapido, da fucilazione immediata.
1) Accettate la cruda realtà
La difficoltà sostanziale di questo tipo di occasione sta nel non farsi prendere dalla tentazione di attendere a oltranza: il pacco è giunto e voi vi ritrovate SOLE e raminghe in un ristorante (ovviamente uno dei migliori della città, perché queste cose capitano soltanto in certe occasioni). Datevi un tempo massimo di attesa dopo il quale dovrete necessariamente scegliere: ordinare o battere in ritirata. Se scegliete la prima soluzione la cosa migliore sarà farlo con la nonchalance di chi pensa “finalmente sola, finalmente un po’ di tempo per me stessa, era ora!” Contemporaneamente potrete riflettere se sia meglio pensare ad una vendetta stile Attrazione Fatale (coniglio stufato in pentola) o un caro vecchio metodo alla moda di noi ai tempi del liceo, ovvero con l’utilizzo di preparazioni lassative in dosi da cavallo.
2) Non parlate da sole:
la gente non è ancora pronta per accettare l’idea che qualcuna di noi possa avere un amico immaginario. Sareste prese per pazze e compatite in mezzo secondo, ergo: evitate come la peste.
3) Niente scene madri al telefono
oppure tutti verranno a conoscenza del fatto che vi hanno dato buca e voi, ne sono certa, volete informare il mondo solo dei vostri successi. L’eccesso di collera non dona alla messa in piega. Cominciate piuttosto a riflettere al vostro perfido piano di rivalsa che dovrete preparare con una buona dose di malefica e spietata tranquillità.
4) Rubinetti chiusi!
Vietatissimo piangere o singhiozzate rumorosamente asciugandosi guance e naso col tovagliolo (orrore!). Non guaite come piccole dobermann sacrificali alla luce della luna. Datevi un contegno e non fate scendere una lacrima, una, dal viso e se sentire scendere la lacrimuccia fate finta di aver appena messo il collirio e ripetetevi che non sarete voi a dare agli altri qualcosa di cui parlare, quantomeno non in QUEL modo!
5) Fate portar via subito il coperto in più
Sfoderate il vostro sguardo più languido anziché quello da mucca che guarda i treni passare. Ebbene sì, non siete sole, raminghe, orfane di compagnia ma donne libere, indipendenti e… favolose! Per di più affamate (e non solo di vendetta). Godetevi la cena per quanto possibile. In fondo ci vuole tempo per pensare ad una feroce rappresaglia e a stomaco pieno si riflette meglio.
6) Ricordate il detto “in vino veritas”
Una donna che mangia da sola è una visione allettante per qualsiasi “falchetto” si trovi a svolazzare nei dipressi. Un bel bicchiere di vino ben sorseggiato ha poi lo stesso effetto supersexy di una dolce promessa appena sussurrata. Occhio a non esagerare però, una donna alticcia può risultare sguaiata e, quel che è peggio, molto spesso troppo ciarliera. Quindi sì al calice, no alla magnum.
7) Cibo per la mente
Non pensate che leggere a tavola sia maleducato. In certi casi è invece la salvezza della propria autostima. Leggere, leggete, leggete quindi: menu, libri, giornali, magazine, istruzioni per l’uso di qualsiasi tipo di aggeggio abbiate in borsa (!), bugiardini dei medicinali, retro di biglietti del tram dimenticati nel portafoglio dai tempi del giurassico… basterà tuffarsi in quattro righe di testo per dare l’impressione di essere super-impegnate e lì, in quel preciso segmento spaziotemporale, proprio perché lo stavate desiderando da un secolo.
8) From A to Z.
Abbiate cura di avere sempre con voi una splendida penna, meglio se di gusto un po’ maschile. In mancanza di questa procuratevi una BIC, una piuma rubata al pennuto di piazza, un pennellino per gli occhi intriso di kajal, un pennino bagnato col rivolo di sangue che esce dalle vostre labbra serrate e… scrivete! Appunti, liste della spesa, letterine per Babbo Natale, schemi di burraco, strategie per invadere la kamchatka, poesie a tretrametro trocaico catalettico, elenco dei buoni e dei cattivi ma soprattutto una bella lista di chi non vi dovrà invitare MAI più al ristorante.
9) Parlate al telefono
o fate finta di farlo con qualcuno che vi faccia ridere, che vi diverta e che vi faccia assumere un’espressione quanto più gioviale e rilassata. Nessuno potrà mai pensare che siete state vittima di una fregatura da appuntamento mancato.
10) Giù il sipario
L’uscita dal ristorante dovrà essere meravigliosa, superba, memorabile. Stampatevi un sorriso di soddisfazione sulle labbra, libratevi eteree nell’aria e camminate con la vostra immaginaria coda di pavone ben visibile al pubblico presente. E se il cameriere vi ha retto il gioco elargitegli una mancia cospicua. Non vi sono soldi meglio spesi di quelli impiegati per imbellettare una situazione potenzialmente disastrosa.
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/04/Nicole-Kidman-Stoker-645x365.jpg226400Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-04-27 14:27:002016-04-01 16:11:1010 modi per sopravvivere da sole al ristorante
Qualche giorno fa una persona mi ha parlato di questo bel progetto. Perchè non pensare di regalare un sorriso a qualcuno, seppur lontano da noi, con un gesto di autentica solidarietà?
Leggete quanto mi scrive Daniela della Fondazione Fratelli Dimenticati Onlus:
Il giorno del matrimonio, giornata fra le più importanti nella vita di una donna. Non solo occasione, civile e religiosa, per coronare un amore e costruire un futuro a due, ma anche giornata in cui lasciarsi coccolare come vera principesse.
Certo…. perché del matrimonio non esiste solo il lato religioso e il progetto di vita ma anche un aspetto più “leggero” in cui la scelta dell’abito giusto diventa un momento di condivisione con le altre donne della famiglia e, perché no, momento per risvegliare il lato romantico presente in ogni donna.
La Fondazione Fratelli Dimenticatidi Cittadella (PD) è attiva nella salvaguardia dei diritti delle donne e dei minori ed in progetti umanitari volti a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni del Sud del Mondo. La Fondazione Fratelli Dimenticati opera in India, Nicaragua, Guatemala, Messico e Nepal. Uno dei progetti in corso della Fondazione propone l’acquisto di un abito low cost.
Per 200 euro si potrà acquistare un abito elegante adatto per questa giornata così importante. I modelli sono disponibili in diverse taglie ed in colori bianco e avorio. Alla pagina web del progettosi possono vedere i modelli e prenotare un appuntamento per provare i vestiti.
Il ricavato delle vendite andrà per finanziare un progetto in India, paese in cui i diritti delle donne non sono garantiti. Fenomeni come le spose bambine, l’analfabetismo e la mancanza di occupazione sono le cause che precludono una vita dignitosa alle donne, spesso considerate poco più che schiave dal marito e dalla famiglia del marito.
Ecco quindi che il progetto della Fondazione Fratelli Dimenticati può contribuire a migliorare la vita di alcune di queste donne indiane in termini di educazione, pagamento delle tasse scolastiche e acquisto di libri e materiale per la scuola.
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/04/poverta_mondo.gif220350Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-04-21 10:52:002016-04-01 16:11:10Il mio abito da sposa per le donne dell’India
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/02/rufflesandpleats.tumblr.com-j-2.jpg400299Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-02-25 18:26:002016-04-01 16:11:11Il motto delle donne con un diavolo per capello
Mille amici in grandi ambasce… Si è persa la facilità nei rapporti con il gentil sesso? Forse no ma, cari signori uomini, tre sono i punti da tener assolutamente presenti:
1) Piano d’azione
La serata va assolutamente programmata. Scegliete voi iun luogo per la cena adatto al vostro stile e alle vostre tasche. Sapere come muoversi conferisce una certa sicurezza… molto sexy!
2) Un po’ di galanteria
…non guasta mai. Galanti ma non scontati perchè, a parte le solite banalità, a cena l’uomo dovrebbe attende che la donna si sia seduta prima di accomodarsi sulla sedia il nanosecondo dopo che lei lo avrà fatto.
Lui potrà tranquillamente consigliare alla propria ospite un piatto piuttosto che un altro ricordando che nell’ordinazione al cameriere si parte prima dalla scelta della signora per poi passare propria.
3) No, no e ancora no!
Al primo appuntamento un uomo non dovrebbe mai cadere nella tentazione di riversare sulla signora fium idi parole relativi ad alcuni argomenti definiti “tricky”, ovvero:
– Calcio
– Ex fidanzate/mogli
– Massimi sistemi o confessioni intimiste
Suvvia, signori, siete al primo appuntamento. Curate l’immagine, la pulizia e l’attenzione.
Il resto verrà da solo…o almeno ve lo auguro!
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/01/uomo-e-donna-a-cena.jpg251400Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-01-10 10:50:002016-04-01 16:11:11Primo appuntamento - Tre consigli per lui
Il mio consiglio è: siate voi stesse ma… giocatevi le carte migliori!
1) Vestite per piacere (a voi stesse e agli altri)
Per far colpo sul vostro cavaliere indossate qualcosa che piaccia anche a voi e con la quale vi sentite bene.
Se non usate mai i colori sgargianti a maggior ragione evitateli in questa occasione.
Se non siete particolarmente amanti delle gonne, vestite pure in pantaloni, ma che siano assolutamente chic.
Se invece adorate i jeans, ma sapete che lui vi porterà in un ristorante super elegante, scegliete qualcosa di più raffinato senza per questo cadere nel noioso.
Provate gli abiti un minimo elasticizzati, stanno bene a tutte, sono versatili, glamour e confortevoli.
Insomma… non snaturalizzatevi ma non eccedete.
2) Just one
Gambe da favola? Schiena supersexy? Decolleté invidiabile?
Scegliete la parte del vostro corpo sulla quale volete che il vostro cavaliere (e non solo lui) punti lo sguardo ed enfatizzatela.
Se ne avete due o più (fortunelle!) fate ambarabàcciccìcoccò e sceglietene comunque una soltanto. La volta successiva lo stenderete con il secondo round.
3) Attenzione al tacco
Mai oltre il 10, se lui non è almeno alto quanto voi.
Mai troppo sottile se non ci siete abituate.
Ma un tacco banale, piuttosto fate le prove e “tiratevi su” anche di morale. Ne gioverà anche il vostro female affair.
Arrivederderci alla prossima con i tre consigli per lui!
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2012/11/first-date-clothes-300x300.jpg300300Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2012-11-05 15:17:002016-04-01 16:11:12Outfit del primo appuntamento - tre consigli per lei