Visitare un museo o una galleria d’arte con i bambini non è sempre facile, la noia (con relativo piagnisteo a volume stratosferico) é sempre in agguato. Non solo, se non adeguatamente trattenute, le manine dei pargoletti rischiano a volte di appoggiarsi in luoghi off limits facendo scattare allarmi di ogni tipo con conseguenti terrificanti sguardi di rimprovero da parte di guardiani e astanti, insomma un vero stress!
Eppure è davvero un peccato rinunciare alla vista di opere interessanti, e questo sia per i genitori che per i figli. In realtà qualche strategia esiste a patto che siate disposti a metterci una certa dose di pazienza e un minimo d’impegno.
Fidatevi, l’esperienza museale vissuta con i nanetti vi arricchirá entrambi, ecco i miei consigli:
Avvicinamento
Prima ancora della visita l’importanza dell’attesa è fondamentale. Nella fase di avvicinamento al luogo della mostra suggerisco di creare un clima da “sabato del villaggio” che solletichi l’aspettativa, stimolando la curiosità. Questo si può ottenere con un pizzico di preparazione da parte vostra su ciò che si sta per andare a vedere, non solo in merito alle singole opere (almeno una che potrebbe interessare al piccolo perchè particolarmente strana/colorata/tridimensionale/interattiva/luminosa ci sarà pure!) ma anche prendendo in considerazione l’edificio stesso dove sono racchiuse le opere stesse. I lunghi corridoi, le colonne di marmo o al contrario la struttura iper-moderna potrebbero diventare a seconda dell’occasione: il castello delle principesse, la casa incantata, l’X-wing, il laboratorio di Doofenshmirtz. Basta attivare la vostra vena creativa!
NO alla storia, SI’ alle storie
Vi prego evitate le spiegazioni erudite! Al bimbo, dai 4 ai 10 anni, non interessa un fico secco di conoscere i dettagli storicizzati di ogni singolo capolavoro. Ben di più invece lo potrebbe appassionare la ricerca di quella o quell’altra opera particolarmente riconoscibile all’interno del museo (a mo’ di caccia al tesoro) o la conta del numero di animali presenti nei dipinti o ancora la narrazione più o meno favolistica di una storiella che includa alcune delle figure presenti nei dipinti e nelle sculture. Successivamente, a casa, potrete intrattenere il pupo facendogli disegnare il resoconto del giretto fatto insieme (e rilassarvi un po’ anche voi!).
Regole e bon ton
Purtroppo non sono molti i posti dove i bambini più piccoli possano essere lasciati liberi di scorrazzare per le varie sale o di toccare gli oggetti esposti.
Date loro delle regole ben precise ma che siano poche, chiare e con un taglio positivo tipo: “Purtroppo non si possono toccare le opere ma se vuoi puoi avvicinarti e sederti davanti per osservarle bene, puoi mettere i piedini vicino vicino al quadro senza oltrepassare la riga bianca”. E ancora: “Ti lascio camminare senza manina perchè sei grande ma prima di passare all’altra sala mi aspetti sulla porta che entriamo insieme”.
Se siete in due ad occuparvi della prole fatevi il turno per poter ammirare in santa pace le opere che vi interessano senza perdere di vista i nanerottoli ma attenzione, non gridare mai all’interno di una sala esposizioni, rischiereste un effetto eco assai deleterio.
Velocità
Non è consigliabile stare all’interno di un museo per più di un’ora con i bambini, specie se particolarmente piccoli, quindi rassegnatevi ad una visita-razzo. Se possibile fate brevi pause facendo sedere i pargoli sugli appositi divanetti spesso presenti nelle salette e attirate la loro attenzione sfruttando eventuali passaggi all’esterno come giardinetti, fontane o verande. Saranno un diversivo perfetto!
Ad ogni modo cercate di proseguire di gran carriera evitando di stazionare troppo a lungo in uno stesso luogo.
A visita conclusa, un bel gelato per tutti! Leggi questi articolo anche su Paper Project: http://paperproject.it/rubriche/bon-ton/al-museo-con-i-bambini-strategie-e-bon-ton-salvamamma/
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2013/09/blogger-image-1698311817.jpg480480Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2013-09-03 16:37:002016-04-01 16:11:10Al museo con i bambini: strategie e bon ton salva-mamma
Pasqua è una di quelle occasioni perfette per solleticare la creatività e incentivare la voglia di ricevere a casa, senza troppi formalismi, ma con quel certo nonsochè che rende una circostanza familiare o amicale un vero e proprio avvenimento!
E’ primavera e la stagione stessa ci regala colori sfavillanti e profumi unici per abbellire sia la tavola che le preparazioni tradizionali di questo periodo.
E’ il momento di tirare fuori, da armadietti e madie di vario genere, tutte quelle stoviglie di solito inutilizzate. Perchè mai lasciar ammuffire cose belle, magari di pregio, per paura di romperle o peggio, pensando di non riuscire a bene utilizzarle? Mescolare sottopiatti moderni con porcellane della nonna in un rinnovato bon ton moderno è quanto di più delizioso si possa pensare, soprattutto nei giorni di festa. Il trucchetto che uso spesso quando non ho sufficienti doppie posate per tutti, ma desidero comunque usare gli oggetti di famiglia, è quello di utilizzare la posata facendone parte integrante dell’apparecchiatura con un ruolo assolutamente di prim’ordine.
Ottimo dunque sarà creare una decorazione incentrata sulla posata medesima, conferendole una posizione di rilievo al centro del sottopiattoad esempio, abbellendola con piccoli cartoncini colorati ritagliati in forme adatte all’occasione, oppure utilizzando il tovagliolo piegato e decorato con nastri in tinta pronti a esaltare la particolarità dell’oggetto. Le pinze da asparagi ad esempio…
Uno strumento che al solo pensiero potrebbe far sorridere in realtà è un inimmaginabile gancio per un convivio ad dir poco esilarante. Certo! Perchè chi di noi è abituato a godersi gli asparagi con codesto “attrezzo”? Se ne vedranno delle belle, credetemi (e ringrazierete la nonna!).
Per decorare la tavola perchè non affidarsi alla natura?
Chi non ha mai preparato, da piccino, uova di innumerevoli tipologie, colorate, sode o svuotate allegramente trascorrendo pomeriggi forando con un ago le due estremità dell’uovo soffiando come forsennati per eliminare tuorlo e albume senza digregare il guscio in mille pezzettini (che ricordi!).
Mettete gli ovetti sulla tavola di Pasqua dunque, singoli come segnaposto o numerosi e abbelliti di fiori colorati, utilizzandoli come centrotavola.
Infine, attenzione alle posizioni a tavola! Meglio utilizzare anche i cartellini, insieme ai segnaposto, e assegnare a priori la seduta di ciascun invitato per non mettere il malcapitato nipote vicino alla zia bisbetica di turno…
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2012/03/Egg-Topiary-600x600.jpg400400Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2012-03-19 08:52:002016-04-01 16:11:16La tavola di Pasqua tra uova, colori e stoviglie della nonna (ma c'è anche la zia bisbetica)
Per la serie “ciò che una donna non può non sapere” continuiamo il nostro piccolo decalogo con la quarta regola basilare, indispensabile, essenziale per ognuna di noi, ovvero: preparare una tavola ben fatta anche in situazioni di particolare importanza.
L’informalità ci è concessa spesso nella tavola di ogni giorno: un luogo magico, speciale, da allestire con i particolari che la creatività suggerisce per renderlo ogni volta gradevole ed affascinante perchè sia teatro di conversazioni stimolanti e racconti avvincenti.
Una mise en place fantasiosa ed attraente elimina la monotonia anche dei giorni più uggiosi rallegrando il cuore alla sola sua vista preparando, di rimando, anche l’esperienza sensoriale del palato.
Vi sono occasioni in cui l’informalità però deve cedere il passo ad una rigorosa etichetta.
A questo punto, sarà molto meglio conoscere bene tutte le norme di rigore per evitare scivoloni di stile (o grasse risate!). Faremo tesoro di queste regolette per modificarle a nostro uso e consumo non appena le circostanze ce ne daranno il pretesto. Ecco dunque un mio velocissimo schema per l’allestimento di una tavola formale.
Forchette: vanno posizionate a sinistra del piatto. Cominciando dall’esterno troveremo quella da antipasto, quindi quella da pesce e da carne.
Forchetta a destra solo quando: quando è l’unica posata presente sulla tavola oppure se se si tratta di una forchettina da ostriche o lumache.
Coltelli: vanno apparecchiati a destra. Quello da pesce si posizionerà più esterno, quello da carne, dotato di lama affilata, andrà invece vicino al piatto, rivolto verso l’interno.
Cucchiaio: da potage o da zuppa (il brodo si beve direttamente dall’apposita tazza). Andrà posizionato a destra, esternamente ai coltelli.
Bicchieri: l’apparecchiatura classica li vorrebbe con una disposizione obliqua al piatto. All’esterno avremo il bianco, poi il rosso quindi l’acqua.
Piattino pane: in alto a sinistra, corredato dell’apposito coltellino da burro, se previsto.
Posatine da dessert e frutta: (da servirsi in quest’ordine) posizionati ad ore 12 rispetto al piatto. Il coltello rimarrà sempre con la lama rivolta all’interno quindi le altre posatine andranno apparecchiate a salire. Se non ricordate il trucco per non sbagliare lato ai manici di queste posate CLICCATE QUIe andate a rileggerivi il post dedicato.
Sale: piccola salierina, una per commensale, prevista perchè il bon ton non concederebbe di farne richiesta all’ospite
Tovagliolo: a sinistra, oppure a destra o anche sul piatto (posto di aver apparecchiato solo con il piano) piegato in maniera molto semplice.
Poche regolette da tenere sempre a mente per un tavola impeccabile ogni giorno!
Imparare ad accostare stili diversi per comporre una tavola tutta speciale. Un sottopiatto colorato associato alla semplice terracotta impreziosita da un piattino recuperato dalla credenza della nonna. Ecco un classico esempio di come si possa esprimere tutta la propria creatività nei piccoli gesti di ogni giorno, con un tocco di bon ton.
https://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2011/03/stacked-vintage-plates-de-25950074.jpg400313Giorgia Fantin Borghihttps://www.giorgiafantinborghi.com/wp-content/uploads/2016/02/logo_sm4.pngGiorgia Fantin Borghi2011-03-26 17:07:002016-04-01 16:11:23Mixare è come creare!
Cose semplici, delicate che ammiccano sornione ad una domenica di dolce relax e tante risate!
L’amica Cata ha realizzato questo divertente table cover in poco tempo e con mezzi di facilissima reperibilità: grandi fogli di carta da pacco, un pennarello nero a punta grossa e tanta, tantissima creatività!